Prof. Domenico D'Ugo

Chirurgia Oncologica: uno sguardo alla situazione mondiale

Si prevede che, a livello planetario, entro il 2035 il cancro rappresenterà la prima causa di morte; peraltro – già oggi – l’80% dei malati di cancro affronta un intervento chirurgico lungo il suo percorso di cura.

Per la maggior parte dei tumori “localizzati” la chirurgia rappresenta tuttora il trattamento potenzialmente più efficace per la “completa eradicazione” del cancro, ma ciò avviene solo quando l’intervento chirurgico rispetta canoni di precisione, qualità e personalizzazione. A partire dalla chirurgia per i tumori rilevati precocemente (dove le probabilità di cura sono massimali), oggi le possibilità “curative” della chirurgia oncologica si sono ampliate alla chirurgia preventiva (per ridurre il rischio di sviluppare un cancro nel corso della vita, in alcune sindromi ereditarie), ai tumori localmente avanzati (anche casi inizialmente non resecabili che dopo chemioterapia di “induzione” regrediscono alla piena operabilità), sino ad affrontare sempre più frequentemente anche tumori metastatici. Ciò significa che la portata delle “competenze” richieste ai chirurghi oncologici di oggi è più grande che mai, “competences” che assieme a specifiche abilità tecniche (“skills”) a nulla varrebbero se non accompagnate da conoscenze super-specialistiche (“knowledge”).

Sul piano delle Abilità Tecniche la Chirurgia Oncologica ha registrato enormi progressi, con l’adozione sempre più diffusa di tecniche di chirurgia mini-invasiva e di robotica ed approcci basati su immagini sempre più definite e magnificate, che immergono i chirurghi in un ambiente di realtà aumentata, a tutto beneficio della raffinatezza del suo gesto. Sul piano delle Conoscenze, la chirurgia del cancro è il punto di arrivo di un percorso multidisciplinare complesso che dovrebbe essere affidato ad esperti certificati, con competenze all’avanguardia ed esperienza clinica specialistica, possibilmente operanti in Centri di riferimento.

Chiare evidenze scientifiche dimostrano che la specializzazione in chirurgia oncologica è fattore fondamentale non solo per ridurre la morbilità e la mortalità dei pazienti operati di cancro, ma anche per garantire ad essi le massime chances di sopravvivenza a distanza. Tuttavia, in molti Paesi, la chirurgia del cancro viene eseguita da chirurghi generali privi di una formazione specialistica in oncologia chirurgica, in alcuni casi anche responsabili di indicare e scegliere un piano di trattamento senza che questo venga discusso nell’ambito di un team multidisciplinare dedicato.

Un sondaggio condotto dalla Società Europea di Oncologia Chirurgica mostra che questa disciplina è riconosciuta come specialità solo in 8 paesi della Comunità Europea. A livello globale il mancato riconoscimento dell’oncologia chirurgica come branca specialistica a livello globale sta causando disparità nella formazione, nelle qualifiche e nelle diverse pratiche cliniche, e di conseguenza va crescendo la disuguaglianza nell’accesso a cure di alta qualità per i malati di cancro.  Attualmente, si stima che nel Mondo vengano persi 2,7 milioni di anni di vita a causa della morbilità legata a tumori suscettibili di un intervento chirurgico di per sé potenzialmente curativo. Il riconoscimento dell’oncologia chirurgica come specialità dovrà generare sistemi di certificazione e accreditamento per i chirurghi oncologici, garantendo che i malati di cancro ottengano effettivamente la chirurgia di qualità e il trattamento ottimale a cui hanno diritto.

L’importanza dell’oncologia chirurgica nella cura del cancro è stata riconosciuta nel Piano di Lotta Contro il Cancro della Unione Europea (Rapporto del Comitato speciale per sconfiggere il cancro /BECA report), un eccellente documento il cui valore rimane purtroppo sottovalutato e sconosciuto al pubblico.

Valorizzazione della disciplina, formazione dei giovani chirurghi, consapevolezza dei pazienti

Il 26 Ottobre 2022 – per conto della European Society of Surgical Oncology (ESSO) – ho presieduto a Bruxelles presso la sede del Parlamento Europeo, l’incontro “Time for Change: Addressing the value of surgical oncology in the treatment and care of cancer”, evento patrocinato dal Challenge Cancer Parliamentary Intergroup. L’audizione ha riunito le principali voci interessate alla cura del cancro: dalle organizzazioni dei pazienti agli operatori sanitari, dai rappresentanti della Commissione europea e del Parlamento ad altre organizzazioni oncologiche, allo scopo di discutere assieme gli ostacoli che impediscono il pieno dispiegamento del potenziale dell’oncologia chirurgica per il beneficio dei malati oncologici in Europa.

Grazie all’evento sono state enfatizzate 3 priorità che si allineano pienamente a quelle sollevate nel rapporto BECA, in cui si chiede un’azione immediata a livello dell’UE in modo che tutti i malati di cancro in Europa possano beneficiare di una chirurgia oncologica ottimale:

  • Riconoscere la Chirurgia Oncologica come una disciplina specialistica;
  • Armonizzare l’educazione e gli standard di training in Chirurgia Oncologica;
  • Armonizzare i sistemi di certificazione e accreditamento per i Chirurghi Oncologici.

Anche in Italia l’accesso a una formazione di alta qualità, sistematizzata e uniforme, sui principi dell’oncologia chirurgica dovrebbe dunque essere garantito a tutti i chirurghi coinvolti nel trattamento del cancro, e ciò con l’obiettivo di offrire senza alcuna differenza a tutti i pazienti la più alta qualità nelle cure chirurgiche assieme alle massime opportunità di guarire dal tumore.

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